Il proprietario illuminato

 

Il proprietario illuminato

 di Jin Kai Bo ( Xiangtan 1893 – Yiyang 1960 ) scritta nel 1934
Nell’undicesimo anno dell’imperatore Zhu Di della dinastia Ming[1], perì per malattia Han Sui, onesto e retto lavoratore, di cui, alla notizia, si pianse fino alla distanza di mille li[2]. Han Sui lavorava per il signor Liu, che al fine di onorare il suo lavoratore offrì alla vedova di accettare come bracciante il giovane figlio primogenito, di nome Cao, nei propri campi nella vicina valle di Yuandu. Liu propose al giovane una moneta d’argento alla settimana per il suo lavoro, che lo stesso promise di portare in dono alla madre, per aiutarla a crescere i fratelli più piccoli.
Il giovane Cao lavorava alacremente e con giudizio ed il signor Liu era soddisfatto. Dopo tre mesi si recò dal signor Liu, la madre del giovane, che, con ossequio e delicatezza, chiese se Cao percepisse il suo corrispettivo, perché ancora non si era presentato da lei a portarle l’aiuto sperato.
Benché Liu fosse certo di non avere debiti nei confronti di Cao, ipotizzò con la madre un qualche errore del suo tesoriere nel dispensare i compensi, e seduta stante, pagò alla madre del giovane l’intero corrispettivo dei tre mesi trascorsi, infine, da uomo savio, si scusò con la vedova di Han Sui per il probabile errore.
Liu però certo della sua posizione, decise di indagare sulla condotta del giovane Cao, per fare luce sull’accaduto; ben presto scoprì che il compenso del ragazzo, veniva dallo stesso sperperato nella casa da gioco del paese, sui tavoli di Dou Di Zhu[3]; il caso volle che il proprietario della casa da gioco fosse il signor Sun, un amico di vecchia data del signor Liu.
Il giorno seguente Liu fece chiamare Cao – Cao figlio mio, ho una proposta per te. So che sei molto bravo nel gioco del Dou Di Zhu, ed anche a me piace molto. – Cao abbassò il capo ed arrossì ma non rispose. – Giacché anche il signor Sun, che so bene che conosci, adora questo gioco, vorrei fare nei suoi confronti un veloce guadagno – proseguì Liu – Ecco la proposta: Recati da Sun dicendogli che io vorrei giocare a Dou Di Zhu, ma, non essendo molto bravo, vorrei che la partita si svolgesse presso la mia dimora al fine di non sfigurare. Offrigli un accordo per farmi perdere, così da potervi spartire la posta, e annunciagli che la stessa sarà di 40 argenti a testa. – concluse Liu – Chiaramente, saremo noi in accordo contro di lui, e vinceremo noi i suoi 40 argenti! – Gli occhi di Cao si illuminarono davanti alla possibilità di un veloce guadagno … – Quindi accetti il piano? – Incalzò Liu. Rispose Cao – Lo farei subito ma non ho i 40 argenti della posta – Liu disse allora – Non preoccuparti te li presterò io, e me li restituirai un argento a settimana, con il tuo compenso che ti tratterrò per un anno! – Cao rifletté e facendo un rapido conto ribatté – Ma in un anno gli argenti che pagherò saranno più di 50! – Liu riprese – Sì ma con i 40 che ci spartiremo del signor Sun, diventeranno 60 quelli che avrai! Quindi guarda che guadagno e pensa che lo otterrai subito! – Cao si fece trascinare dai numeri e dai guadagni ed accettò.
Alla data fissata, a casa del signor Liu, lo stesso e Sun, giacché in accordo, vinsero facilmente i 40 argenti del giovane Cao, che si ritrovò senza un argento e obbligato a lavorare per un anno senza compenso e senza poter tornare alla propria casa per la vergogna di quanto aveva fatto.
Il signor Liu ogni settimana per un anno mandò il proprio tesoriere dalla madre di Cao a consegnarle l’argento, compenso del lavoro del figlio. Al termine di tale anno, Liu invitò madre e figlio a cena presso la sua dimora, ed in tale occasione spiegò loro quanto aveva fatto e favorì la riconciliazione tra i due. Cao non giocò per il resto della sua vita a Dou Di Zhu, ed il signor Liu ancora oggi è ricordato per la sua magnanimità e saggezza.


[1] Zhu Di regnò dal 1402 al 1424 d.C.
[2] Li unità di misura pari a circa 500 metri
[3] Dou Di Zhu anche detto bridge cinese, si gioca in 3 persone con 54 carte